mercoledì 17 giugno 2009

Italia, caccia al pellet radioattivo. La Coldiretti: " Usate prodotti italiani".

Il problema del pellet (combustibile ricavato dalla segatura) radioattivo si diffonde nella Penisola. Dalla Valle d'Aosta, dove è partita l'inchiesta, le segnalazioni si spostano in tutta Italia: solo sabato scorso sono state sequestrate 10.000 tonnellate di materiale.

A scopo precauzionale, la Protezione Civile consiglia a chi in possesso del combustibile di contattare Vigli del fuoco (115) e Questura (113) per il corretto smaltimento della sostanza.

La regione Valle d'Aosta tenta comunque di buttare acqua sul fuoco: "Il materiale stoccato nei sacchetti o comunque allo stato inerte non risulta essere dannoso per la salute della popolazione", sulla stessa linea Salvatore Aprile, questore d'Aosta, che però precisa:" I pellet contaminatinon sono pericolosi per la salute dell'uomo quando sono inerti, mentre lo possono essere i fumi prodotti dalla loro combustione, così come le ceneri".

Il pellet pericoloso proviene dalla Lituania e reca tracce di Cesio 137, la sostanza radioattiva residuo della detonazione di armi nucleari e dai reattori delle centrali nucleari.

In ogni caso, la questione del pellet ripropone la vulnerabilità del mercato italiano a prodotti di non provata affidabilità. Al riguardo, la Coldiretti consiglia di rifornirsi con merci made in Italy, dalla tranciabilità garantita: "E' necessario investire sulla produzione di energia rinnovabile dell'agricoltura italiana che è ottenuta per oltre il 70% da biomasse combustibili dove sono completamente assenti i rischi di contaminazione nucleare", si legge in una nota diffusa dell' associazione.

Secondo l' Aebiom, (Associazione Europea per la Biomassa), sul territorio nazionale ci sarebbero 700mila stufe alimentate a pellet in Italia.

Il nostro Paese rappresenta inoltre uno dei più importanti mercati di tale combustibile: negli ultimi cinque anni, il consumo nazionale è salito del 400%, sopratutto per merito di stufe a pellet di media potenze ed uso casalingo (80% della domanda), ma anche per i sistemi di riscaldamento centralizzato come termostufe, termocaldaie e termocamini.

Data perciò la dimensione degli interessi in gioco, nel caso le partite di combustibile radioattivo non venissero individuate e rimosse velocemente dal mercato, un settore dell' economia già provato dalla crisi potrebbe subire nuovi, pesanti danni.
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